CHIESA DI SANT'ANTONIO ABATE - SEC. XIV-XV - MONUMENTO NAZIONALE
Originariamente Cella benedettina con annesso cenobio, ad opera dei monaci dell'Abbazia di Fruttuaria di S.Benigno Canavese (sec.Xl - XII); attraverso vari rifacimenti ed amplificazioni si giunse, a partire dal
primitivo stile romanico, all'attuale tardo gotico. Attorno al 1750 venne ampliata la parte absidale, in stile barocco, e costruito il coro.
Due pietre, murate nella facciata, riportano l'effigie di S.Antonio ed il suo simbolo. La costruzione del campanile viene fatta risalire al XV sec., probabilmente in sostituzione di uno originario eretto dai monaci benedettini. Nella parte inferiore, sotto la fascia di archetti che lo ornano, si notano una testa umana in arenaria e un antico bassorilievo. All'interno - in fondo alla navata di sinistra, alla base del campanile - la cappella del Sacro Cuore di Gesù e totalmente decorata con affreschi quattrocenteschi raffiguranti, sulla parete di fondo: Gesù crocifisso, tra la Madonna e S. Giovanni evangelista e, sottostanti a figura intera, diversi santi tra i quali S. Rocco e S. Bernardino da Siena.
Nella parete sinistra sono raffigurati S. Pietro martire, S. Cristoforo e S. Antonio abate. A destra, la S. Vergine Assunta che sovrasta un Santo vescovo e S. Caterina d'Alessandria oranti. Ai lati del presbiterio, due grandi quadri attribuiti a G. Stura, mostrano S. Carlo che comunica gli appestati e il miracolo dell'ostia. Sulla parete
destra, un interessante affresco di epoca incerta parzialmente coperto e ridotto dalle dimensioni originarie, rappresenta la Madonna in trono col Bambino e S. Antonio Abate benedicente.
Nella seconda cappella della navata di destra, un affresco del XV sec. raffigura la Madonna con il Bambino, nel quale si notano analogie pittoriche con alcune opere del cosiddetto “Maestro di Boccaverano”.
Degno di nota è il prezioso organo antico, realizzato dall' astigiano Luigi Savina nel 1791.
VILLA PRATO (seconda metà XVIII sec.)
L'imponente palazzo si sviluppa sul luogo dell'originaria sede dell'Ospizio dei pellegrini e dell' Ospedale di zona, dedicati da S. Guglielmo di Volpiano -fondatore della Cella benedettina cui erano annessi - a S.Antonio Abate,
protettore di malattie.
La costruzione si deve al casato della famiglia Prato di via Roma, con capostipite Stefano Alessandro. Caratteristica la torre ottagonale alta 6,10 m. oltre il tetto con copertura piramidale a otto falde e manto
in coppi. E' ora proprietà della famiglia Berta che, in seguito a restauri conservativi, ha recuperato la
costruzione primitiva trasformandola in un originale Relais de Charme.
LA CHIESA DEL PRESEPIO
Questa chiesetta campestre, eretta fra i boschi su una piccola altura che ne consente la visione in lontananza, è posta sotto la protezione dei Santi Gioacchino ed Anna, genitori della Madonna ed è una delle più antiche ad essere dedicate al Presepio, in ricordo si dice, di una sosta di S. Francesco d'Assisi presso di noi.
Racconta la leggenda che in questo luogo, verso il X111 sec., venne trovato un bassorilievo in pietra bianca di scuola veneto-lombarda raffigurante la Natività Gesù, Maria e Giuseppe sormontati dall'effigie del Padre Eterno. Portato nel convento dei Padri zoccolanti per esserne custodito, fu misteriosamente qui ritrovato. Venne così eretta la primitiva chiesa romanica, successivamente riedificata nel 1676.
Già accuratamente addobbata, dal 1838 fu dotata di un presepio, posto su un piano inclinato attorniante l'altare, costituito da statue in cera di circa 80/ 100 cm, di ottima fattura e riccamente vestite con abiti di seta provenienti dai laboratori locali (purtroppo trafugate verso la seconda metà del Novecento).
Sul lato del campanile, era addossato il “Romito”, costituito da due stanze di modeste dimensioni, abitate fino a pochi anni prima della loro demolizione, avvenuta nel 1974 in seguito a lavori di restauro della chiesa stessa.
Sul lato Sud è ben visibile un ampio vano, in seguito murato, forse destinato inizialmente alla costruzione di una cappella laterale.
Rituale negli anni in questa chiesa, la conclusione delle Rogazioni il giorno dell'Ascensione di N.S. Gesù Cristo, con la benedizione delle campagne e grande concorso della popolazione.
EX ASILO S. LUIGI MUSEO DEL TERRITORIO GIUSEPPE “PININO” NOTA
Inizialmente residenza della famiglia Prato del Ronchetto, l'edificiodel XVII sec., che ancora conserva alcuni elementi architettonici originari, divenne - in seguito alla donazione nel 1858 dell'ultimo proprietario notaio IVI. Rivera - sede dell' Asilo Infantile del paese.
La storia dell'asilo, costituito in ente morale con regio decreto del I860, è legata indissolubilmente all'attività delle
suore appartenenti alla congregazione “Figlie di N.5. Della Neve”, che vi operarono dal 1863 al 1967, data di chiusura dell'ente e dell'orfanotrofio femminile divia Trieste, da loro stesse istituito.
L'edificio è ora sede del museo del territorio dedicato alla memoria del Gav. Giuseppe “Pinino” Nota e conserva tra l'altro attrezzi e utensili attinenti alle attività locali nel tempo, la riproduzione di un' aula scolastica di inizio secolo scorso, nonché un'ampia esposizione di esemplari ornitologici.
CHIESA DI SAN MARZIANO
Sconsacrata nel 1968, fu una delle tre parrocchie di Mombaruzzo, a partire dal XVII sec. fino al 1947. Dedicata ad uno dei patroni del Marchesato del Monferrato, di cui Mombaruzzo fece parte per secoli, prese origine probabilmente da una piccola chiesa romanica, succursale della Pieve cristiana sorta in Val Cervino attorno al VI sec.
Fu sempre oggetto di una particolare cura da parte dei Marchesi, residenti nel vicino Palazzo dal XVII sec. in poi. La celebrazione più importante dell'anno avveniva in preparazione alla Quaresima, con Messe solenni molto frequentate la domenica ed il Martedì di Carnevale.
Altre ricorrenze particolarmente sentite riguardavano:
- La Madonna del Carmine, alla quale era dedicata una delle cappelle, con una bella statua ed un magnifico altare in legno di stile barocco, unico arredo salvato dall'intervento della Soprintendenza ai beni artistici e storici.
- La Madonna di Lourdes, la cui cappella nella navata di destra era totalmente occupata dalla riproduzione della grotta. L'antistante porticato venne demolito dopo la sconsacrazione.
Difficile scindere la storia di questa chiesa - e soprattutto il divenire della sua struttura nei secoli - dalla contigua e più antica
IL CONVENTO DI SANTA MARIA DI GESU'
Non ben definita la data della sua fondazione: 1456 oppure 1466. La costruzione è attribuita ai Frati Benedettini cui subentrarono i Frati Minori Osservanti, detti anche Zoccolanti. ln posizione decisamente panoramica, vennero realizzati: la loro dimora, il grande chiostro e l'ampia chiesa con campanile, in una cintura di massicci muraglioni alti tre metri, difesi all'esterno da uno spalto alberato. Fu costruita una grossa vasca, tuttora esistente, “la peschiera”, che raccogliendo l'acqua piovana della sovrastante collina, consentiva il rifornimento idrico, l'irrigazione della parte pianeggiante adibita a orto e frutteto, nonché l'allevamento dei pesci. I monaci svolgevano anche attività intellettuali: avevano una ricca biblioteca, archivi, uffici amministrativi, erano custodi dei reperti storici del luogo. Purtroppo però arredi e suppellettili furono oggetto di saccheggio dopo la soppressione del convento nel 1802. Nel 1807 i beni restanti furono nazionalizzati e venduti all'asta, con vari passaggi di mano compreso il Demanio che, nel 1814, lo affidò alla sorveglianza della locale Autorità Comunale.
Nel 1920 il caseggiato era ancora come in origine ad eccezione della chiesa, già ridotta allo stato attuale fino dal tempo dei frati. Successivamente l'edificio fu demolito nella sua parte più panoramica verso la valle e vennero abbattuti i
muraglioni di cinta. L'edificio è stato dichiarato dall'Ufficio Centrale per i Beni Architettonici Archeologici Artistici e Storici del Piemonte “di interesse particolarmente importante”.